Uno dei punti di svolta forse più importanti per il processo comune verso l’SD, di sicuro tra i più incisivi sulle politiche ambientali a livello globale, fu il cosiddetto Earth Summit di Rio de Janeiro (3-14 giugno 1992). Durante lo U.N.C.E.D. (United Nations Conference on Environment Development) si aprirono vari fronti per stabilire dei programmi da attuare in relazione all’SD, più tutta una serie di conferenze ambientali svoltesi negli anni. Il summit vide la partecipazione di 178 Nazioni, 107 Capi di Stato e oltre 2000 rappresentanti di organizzazioni non governative.
Siccome le tematiche centrali furono la riduzione delle risorse, il surriscaldamento globale, il contrasto all’inquinamento, la conservazione della biodiversità terrestre, marina e delle foreste, vennero definiti tre accordi noti come: Agenda 21, Dichiarazione dei princìpi per la gestione delle foreste, Dichiarazione di Rio, più due convenzioni (Biodiversità e Cambiamenti Climatici). Vediamone alcuni aspetti.
Per Agenda 21 viene intesa come un piano d’azione, sostanzialmente un corposo documento (800 pagine) che riporta una serie di princìpi, obiettivi e azioni (ma senza obblighi giuridici) per promuovere l’SD, ma volte a considerare anche le questioni economiche, ambientali e sociali per il secolo XXI (proprio quello che stiamo vivendo attualmente).
Suddivisa in 40 capitoli e 4 sezioni, vengono indicati quegli elementi essenziali per condurre ad una pragmatica integrazione delle politiche ambientali, economiche e sociali. In ogni capitolo vi sono programmi d’azione per cercare di ridurre quelle problematiche relative, ad esempio, alla gestione delle risorse finanziarie, il debito estero, le spese militari, i rifiuti e altro ancora.
Non va tralasciato un aspetto importante di questo catalogo d’azione politico-ambientale: l’aver preso in considerazione un’Agenda 21 Locale che tenga in considerazione le stesse questioni politico-ambientali ma su territori più ristretti, dove le autorità come gli Enti Pubblici (Comuni, Province, Regioni) stabiliscano strategie per un SD con la comunità locale e il tessuto economico (piccole imprese, industria). E’ un grande piano perché impegna gli Enti Locali di tutto il mondo. Naturalmente vi devono essere dei requisiti minimi perché l’Agenda 21 Locale possa essere attuabile a partire dal Governo e le strutture pubbliche, la consultazione deve essere permanente affinché vi sia partecipazione fra attori e una raccolta dati sul contesto fisico, sociale ed economico così da redigere un Rapporto sull’Ambiente.