Negli anni ’60 del secolo scorso, nacque dalla riflessione con altre discipline scientifiche (Fisica, Biologia, Sociologia), una nuova branca delle Scienze Economiche: l’Economia ambientale. Interessanti furono le osservazioni di uno studioso come l’inglese Kenneth Boulding (1910-1993) che definì, con delle similitudini, la necessità di passare da un’economia detta del cow-boy a quella detta dell’astronauta, cioè dalla continua ricerca di risorse da sfruttare (tipica dei cow-boy) e quella più oculata con il massimo recupero delle risorse per evitare gli sprechi (basilari nelle missioni spaziali). Il nostro pianeta, essendo un ambiente fisico finito, ha bisogno di riciclare il massimo possibile delle risorse ottenendo il minimo dello spreco, proprio come su un’astronave. Stava prendendo coscienza il fatto che il depauperamento continuo di risorse fosse un criterio devastante per l’ambiente.
Kenneth Boulding
Uno dei padri dell’Economia ambientale, Nicholas Georgescu-Roegen (1906-1994), economista rumeno, nel 1971 in riferimento ai processi produttivi, azzardò un paragone con le leggi della Fisica, in particolare una sua branca: la Termodinamica. Evitando di addentrarci troppo nei particolari con il rischio di perderci, per arrivare al punto considereremo solo gli aspetti basilari, con un po’ di pazienza da parte vostra.
Georgescu-Roegen scrive a proposito: «La Termodinamica si è sviluppata a partire da uno scritto di Sadi Carnot (1796-1832) del 1824, sul rendimento effettivo delle macchine termiche. Uno dei primi fatti messi in luce dalla Termodinamica è che l’uomo può usare solo una particolare forma di energia. L’energia cominciò così a essere distinta in energia disponibile o libera, che si può trasformare in lavoro, ed energia non disponibile, degradata, che non può essere sottoposta a tale trasformazione»
Nicholas Georgescu-Roegen
La Termodinamica è quel settore della Fisica che si occupa delle trasformazioni che avvengono in un sistema quando vi sono scambi di energia in tutte le forme, dimostrabili matematicamente ed empiricamente con una serie di princìpi. Ad esempio, calore e lavoro meccanico sono due forme di energia. Il campo di studi riguarda lo scambio di calore-lavoro con l’ambiente esterno; il motore di una vettura, un cannone che spara, le stelle delle galassie, le cellule del nostro stesso corpo, sono sistemi che scambiano calore con l’esterno. Importanti sono le differenze tra variabili di riferimento in Fisica e in termodinamica: mentre nella prima le variabili in questione possono essere moto, velocità, lunghezza, ecc, nella seconda avremo pressione, volume, calore, ecc.
Che cosa c’entra la Termodinamica con le osservazioni dello studioso rumeno? Secondo l’economista, qualunque Scienza che si occupasse del futuro dell’uomo, sarebbe soggetta ineluttabilmente alle leggi della Fisica, in particolare al secondo principio della termodinamica. Questo stabilisce che il calore non può passare spontaneamente da un corpo freddo ad uno più caldo. Questa trasformazione avviene in modo spontaneo, solo in una direzione piuttosto che nell’altra, dal caldo al freddo. Anche il lettore potrebbe verificarlo: mettendo a contatto termico due corpi a temperature diverse, notereste col trascorrere del tempo come l’energia cominci a fluire dall’oggetto più caldo a quello più freddo e mai viceversa (enunciato di Clasius). Da una pentola calda a quella più fredda, parte dell’energia termica pare vada disperdendosi, ma in realtà è stata convertita in una forma energetica peggiore, più degradata: il calore.
Queste trasformazioni sono irreversibili cioè avvengono in una sola direzione. Un tuffo in acqua è un tipico esempio di fenomeno meccanico irreversibile. Nessuno ha mai visto un nuotatore uscire dalla piscina con un balzo e giungere sui blocchi di partenza asciutto e pettinato come era prima dello slancio in acqua. Così come nessuno ha mai visto un ordigno già esploso riprendere le sue condizioni originarie di partenza, prima della deflagrazione. Un frigo sarà certamente in grado di compiere il percorso inverso trasferendo calore da un serbatoio freddo a uno caldo ma solo dopo aver compiuto lavoro, quindi non in maniera spontanea.