Da un punto di vista funzionale, l’ambiente che ci circonda è formato da strutture complesse chiamate ecosistemi. Una definizione attendibile di ecosistema la riportiamo dallo studioso americano P.E. Odum, ecologo :ogni area in cui sono presenti organismi che interagiscono con un ambiente abiotico producendo uno scambio di materiale fra la parte vivente e quella non vivente.
Che cosa significa tutto questo? Noi possiamo applicare questo concetto ad uno stagno oppure ad una foresta tropicale, ad un deserto o alle profondità oceaniche. L’ambiente circostante è costituito da una porzione biologica (dunque tutti gli organismi viventi) e una porzione non vivente. La prima viene chiamata biocenòsi, la seconda biotòpo. Gli studiosi stabiliscono che un ecosistema è un sistema termo dinamicamente aperto, cioè in grado di scambiare di continuo energia e materia con l’esterno. E avviene proprio così. Infatti c’è movimento di energia e materia (acqua, sostanze chimiche e minerale, inquinanti) che entrano ed escono.
Ogni organismo non vive in completo isolamento ma è in relazione con l’ambiente fisico-chimico e con gli altri organismi circostanti. La porzione vivente è caratterizzata dalle comunità vegetale , animale e microbica. La parte non vivente è costituita dall’atmosfera, dal suolo e substrato geologico. Gli ecosistemi sono in grado di autogestirsi attraverso flussi di comunicazione di tipo fisico, chimico e biologico. Gli oceani aperti, le foreste, i laghi, le praterie , i deserti, sono alcuni esempi di ecosistemi.