Acidificazione degli oceani 1

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1988

Chi di voi in gioventù ha “masticato” un po’ di chimica, sicuramente ha studiato il concetto di pH di una soluzione. La parola pH deriva dal latino “pondus Hydrogenii” (cioè peso dell’idrogeno). Sostanzialmente è un parametro di valutazione chimico, che permette di misurare la concentrazione degli ioni idrogeno H+, cioè protoni “liberi” in una soluzione acquosa. Gli ioni, per chiarire, sono atomi che possono perdere o acquisire uno o più elettroni. Essendo il pH un valore, se lo esprimessimo da un punto di vista matematico verrebbe così:

pH =-log10 [H+]

La formula va letta in questo modo: il pH è il logaritmo negativo in base 10 della concentrazione degli ioni idrogeno. Il risultato di questo calcolo forma una scala che va da 0 (massima acidità) a 14 (massima basicità o alcalinità). L’acido cloridrico (pH 1,5), ad es. è fra le sostanze più acide e sul fronte opposto di massima basicità l’idrossido di sodio. A metà scala (pH 7) il valore verrà detto neutro e ne è un esempio l’acqua.

L’uso più comune per misurare il valore del pH di una soluzione è l’utilizzo delle cosiddette cartine tornasole che, imbevute in una soluzione, possono virare sul rosa indicando acidità o sull’azzurro basicità. Attualmente la tecnologia mette a disposizioni moderni strumenti digitali come i piaccametri.

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Esempio di piaccametro: le cartine tornasole

Il concetto di pH di una soluzione, lo si può applicare anche sulle acque marine perché anche queste possono subire variazioni chimiche. Infatti gli oceani non sono “solo” delle enormi masse d’acqua salata, ma sono come delle torte stratificate in cui ogni strato ha una sua salinità e una sua temperatura. Se non ci fossero gli oceani, avremmo tassi di CO2 (biossido di carbonio) molto più elevati degli attuali (nel 2016 la concentrazione atmosferica di CO2 ha superato i 400 ppm, parti per milione!). Infatti quotidianamente si comportano come enormi spugne, arrivando ad assorbire qualcosa come 30 milioni di tonnellate di CO2 al giorno. Questo può sembrare positivo, ma il prezzo da pagare per questo assorbimento è un incremento dell’acidità oceanica.

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